Woman from world

L'edizione 2013 del Festival Nazionale delle Culture realizza un video per raccontare storie di donne da tutto il mondo. Donne figlie, moglie, madri, lavoratrici, donne di tutte le età e credo religioso.
Il video, prodotto in collaborazione con la Società Italiana di Sociologia, è realizzato in occasione della Mostra "Donne, Culture e Religini" che ha coinvolto esperti, docenti universitari e le principali comunità religiose nazionali.


Ecco alcune testimonianze di WOMAN FROM WORLD....

TANJA (ERZEGOVINA)

Tanja ha 43 anni e vive Mostar, in Bosnia Erzegovina con la sua famiglia. E’ sposata da 22 anni, non ha figli ed e’ cattolica. Lavora con entusiasmo alla reception di un grande albergo e parla oltre al croato anche il tedesco, l’inglese, l’italiano.
Tanja e’ nata a Zagabria dove ha studiato alla scuola alberghiera. Aveva 22 anni quando e’ iniziata la guerra in Bosnia Erzegovina. Dopo due anni e’ scappata in Germania con la famiglia e racconta “Non mi aspettavo che capitasse a me. Quando tutto va bene pensi solo che succeda in Tv, che siano cose vecchie che raccontano i nonni ma poi tutto e’ cominciato cosi’, all’improvviso….un giorno come tanti altri”. La guerra ha fatto cambiare a Tanja la scala di valori. Al primo posto adesso c’e la famiglia e al secondo l’amicizia. “Prima della guerra –diceva- mi attiravano cose che piacciono a tutte le ragazze, i vestiti, una bella casa, cose futili…ma la guerra mi ha insegnato che sono cose che passano, cose innanzitutto e non persone. L’importante invece siamo noi, le cose vive, la famiglia, gli amici, le persone”.
La guerra ha sicuramente cambiato la sua vita ma non ha distrutto le amicizie di vecchia data con gli amici, anche di religioni e confessioni diverse, alcuni dei quali continua a frequentare dagli anni della scuola. Sono amicizie importanti e improntante sul rispetto reciproco e sulla convivialita’ che li porta a scambiarsi reciprocamente dolci in occasione delle rispettive festivita’ religiose.
Tanja ama molto viaggiare ma e’ molto legata dagli impegni di lavoro. Quando e’ estate va con la famiglia al mare vicino, in Croazia, ma torna dopo pochissimi giorni al bancone della reception e si accontenta di conoscere gli stranieri in albergo. Tanja del resto ama molto il suo lavoro che le consente di parlare con gente di tutto il mondo e scoprire il fascino e la diversita’ di ogni essere umano.
Nel tempo libero Tanja guarda film romantici, documentari geografici e passa un po’ di tempo in mezzo alla natura che, come dice, “la tranquillizza”. Fra le attivita’ che ama anche quella di cucinare, soprattutto per la famiglia e per gli amici. In particolare Tanja adora fare grigliate in mezzo alla natura.

MARIE CHRISTINE (FRANCIA)

Marie Christine ha 70 anni e vive in provincia di Lyon in una bellissima casa con piscina immersa in un parco verdissimo dove ama raccogliere la frutta per le marmellate e giocare con i suoi cani.
Marie Christine ha quattro figli, un maschio e tre femmine di cui due gemelle e dodici nipoti. Quando e’ Natale intorno al tavolo riunisce circa trenta persone ed e’ una gran festa.
Marie Christine e’ nata in un un paesino della Normandia ai piedi di un castello, durante la seconda guerra mondiale. Dalla Normandia si e’ spostata a Parigi dove ha vissuto e si e’ laureata in architettura. A Parigi ha conosciuto suo marito, anche lui architetto, con il quale e’ felicemente sposata da ben quarantotto anni. Poco dopo il matrimonio Marie Christine col marito ha fatto un’esperienza di lavoro durata un anno in Nigeria, un’avventura intensa che li ha spinti, al ritorno, a lasciare il caos della citta’ per trovare la pace della campagna e per “vedere il cielo e i cambi delle stagione”.

ADRIANA (ROMANIA)

Adriana e’ nata cinquanta anni fa a Piatra Neam, in Romania, una citta’ di circa 100.000 abitanti. Finito il liceo chimico ha lavorato 17 anni nella fabbrica di ricambi per macchinari dove lavorava il padre. Sul luogo di lavoro ha conosciuto il ragazzo che sarebbe diventato presto suo marito. Nel primo anno di matrimonio ha avuto la prima figlia seguita 10 anni dopo da un figlio maschio. Alla fine della dittatura la sua vita e’ cambiata e ha provato sentimenti contrastanti: speranza, pentimenti, paura di un futuro sconosciuto, timore della guerra, dell’anarchia. Col marito ha provato ad aprire un bar-alimentari, un’impresa coraggiosa criticata da chi la definiva “borghese”. Adriana ha scelto poi di andare in Italia per mantenere la figlia all’universita’ e ha lavorato come badante e colf. Sono stati molti i problemi che ha dovuto affrontare fra cui un tumore maligno che ha superato grazie all’aiuto di un dottore generoso che l’ha operata quando ancora era clandestina. In seguito alla separazione e al divorzio voluti dal marito Adriana si e’ ritrovata a 42 anni “abbandonata, con un figlio piccolo, ancora clandestina”. Non si e’ abbattuta pero’ e piano piano, dopo aver superato problemi economici e umani non indifferenti ha riacquistato un suo equilibrio, ha cercato una nuova dimensione, si e’ scritta a lettere e filosofia e per il bene del figlio ha cercato con fatica di ricostruire l’immagine del marito agli occhi del figlio che tanto aveva sofferto. Dopo aver ottenuto la regolarizzazione ha riacquistato una legalita’ tanto desiderata: “Mi sentivo in colpa, era una macchia per me essere clandestina. Volevo dare a mio figlio una vita legale ed era difficile spiegagli la situazione nonostante non avessi commesso nessun reato. Lavorare al nero sottopagata mi costringeva oltretutto a stare fuori tutto il giorno e avevo poco tempo per lui, poche volte riuscivo a farci la lezione della scuola”.
Oggi Adriana continua a ricostruire la sua vita, giorno per giorno, e trova molto conforto nella preghiera. Ortodossa di confessione, e’ cresciuta con l’idea di un Dio severo, punitivo, minaccioso, ma la sua storia l’ha condotta a riavvicinarsi alla fede che definisce “il piu’ bell’incontro della sua vita”.
Nel tempo libero Adriana ama leggere, studiare, cucinare gli involtini “sarmale” e il brodo “ciorba” che le ricordano la sua terra. Di progetti Adriana ne ha tanti ma si sente ancora “una macchina col motore pronto e scattante ma senza ruote, senza i mezzi per esprimersi”. Fra i suoi desideri quello di imparare l’arabo e l’inglese, ma il suo sogno e’ quello poi di visitare Parigi, Roma e riuscire prima o poi a fare una crociera.

MITHU (INDIA)

Mithu ha 31 anni, e’ sposata da tre ed e’ mamma di un bambino dolcissimo di circa due anni, Abhignan. E’ nata e cresciuta a Bernpur (West Bengal) citta’ famosa per le sue salwar suits e i bellissimi saree di cotone. Mithu ha studiato a Bernpur, ha completato un master in sanscrito e letteratura presso la Ravindra Bharathi University, conosciuta per il famoso poeta Ravindranath Tagore.Mithu e’ molto legata alla famiglia, ai suoi due fratelli e ai genitori molto religiosi che professano l’induismo con grande devozione.
In India e’ ancora diffusa l’abitudine di dare le proprie figlie in sposa subito dopo la fine degli studi e Mithu non ha fatto eccezione. Il suo padrino fu entusiasta quando vide un annuncio matrimoniale in un giornale nazionale dove c’era scritto che due genitori cercavano una sposa per il figlio Biswajit. Il papa’ di Mithu li contatto’ e organizzarono un incontro a Calcutta fra i ragazzi. Sei mesi dopo il primo incontro Mitthu si e’ sposata con Biswajit, ma non e’ stata forzata dalla famiglia. “In India, ci spiega Mitthu, i genitori rispettano la scelta dei figli e non li forzano a sposare il ragazzo o la ragazza che hanno scelto per loro. Sembra strano oggi come oggi che funzioni, ma fa parte della nostra cultura, anche se obiettivamente adesso sta diminuendo. I genitori in un certo senso fanno una pre-selezione, propongono sulla base del backgrund familiare, organizzano gli incontri, ma i figli devono pur sempre dare la loro disponibilita’. Mio figlio probabilmente scegliera’ da solo”
Il matrimonio fra Mitthu e Biswajit e’ stato festeggiato per ben 3 giorni nel corso di una cerimonia bellissima e suggestiva alla quale hanno partecipato oltre 400 invitati.
Nonostante gli studi compiuti Mithu ha scelto di non lavorare anche per seguire suo marito, promettente fisico, che viaggia molto. E’ una scelta fatta serenamente perche’ i valori in cui crede Mitthu sono la famiglia, le buone relazioni con gli altri, l’amore vicendevole spesso soffocato dal troppo lavoro. Nella sua giornata tipo Mithu dedica molto tempo al figlio al quale cerca di trasmettere la fede induista come hanno fatto i suoi genitori con lei. Nel tempo libero ama cucinare e ascoltare ogni tipo di musica.
Per il futuro Mitthu ha in progetto di fare qualcosa di utile per i bambini bisognosi che soffrono condizioni di malnutrizione e meno opportunita’ di istruzione “Per adesso, ci dice sorridendo, il mio lavoro e’ raccogliere giochi da terra e pulire casa. Aspettero’ che Abhignan cresca”


DORIT (ISRAELE)

Dorit e’ un artista do fama internazionale e la fondatrice del Centro Interreligioso per la Pace di Tel Aviv, nato per spargere parole di amore e tolleranza in una terra complicata e spesso sofferente.
Dorit e’ una donna eclittica e di grande levatura intellettuale che ha lavorato con successo come critico d’arte, scrittrice, curatrice di mostre, docente, giornalista e opinionista per i maggiori giornali israeliani. Come artista e’ stata invitata ad esporre i suoi lavori in tutto il mondo. Nella sua formazione e intensa attivita’ professionale Dorit ha viaggiato e viaggia molto, coinvolta in eventi culturali, conferenze, mostre internazionali. Non e’ mai stata un problema per una donna che si e’ formata all’estero, parla fluentemente cinque lingue e ne capisce ben otto.
Fin da quando era piccola Dorit vive concretamente la necessita’ del dialogo e della pacifica convivenza fra persone di diversa cultura e religione. E’ nata infatti nel 1948 in uno stato di Israele nato da appena un mese e un giorno. Nell’ambito del servizio militare Dorit ha servito lo stato israeliano occupandosi per l’assistenza dei soldati e e delle loro famiglie durante la guerra dei 6 giorni.
Dorit e’ single e dedica tutta la sua vita a coltivare uno spirito di pace, nel rispetto della Natura. Si dedica con amore ad animali malati e abbandonati, soprattutto gatti. E’ legatissima al suo delizioso giardino, meta’ selvaggio, meta’ coltivato, dove vivono tre grandi cani salvati dalla strada e dove i gatti malati trovano rifugio.
Molto tempo fa Dorit e’ diventata vegetariana, una scelta profonda motivata dal fatto che considera gli animali creature che partecipano al mistero della vita. Dorit crede in Dio. Per lei ogni religione e’ un sentiero legittimo verso il Cammino, e trova ispirazione da tutte le religioni che promuovono l’amore e la bonta’.
Dorit ama molto le arti, la danza, la musica etnica e classica, l’opera e film di ogni genere purche’ non siano basati sulla violenza, sul nichilismo o sulla pronografia. Nel tempo libero legge libri di filosofia e ricerche scientifiche. Nella vita di tutti i giorni Dorit segue principi semplici e profondi: vivere bene, in armonia con se stessi, con la Natura e con gli altri.



MENGUE ANA MARIA (GUINEA)

Mengue porta il nome della nonna paterna ma tutti la chiamano Ana Maria. E’ nata a Mibang Esawong un villaggio della Guinea Equatoriale, in passato colonia spagnola, oggi patria di circa un milione di abitanti. Ha sei fraelli, tre maschi e tre femmine. Lei e’ la piu’ grande delle femmine. Suo padre, insegnante, dopo l’autonomia raggiunta dal paese nel ‘68, comincio’ a dedicarsi alla politica e alla carriera diplomatica portando la famiglia con se’ nei suoi frequenti viaggi all’estero. Aveva solo 7 anni quando i suoi decisero di trasferirsi in Cina dove il padre aveva ottenuto un impiego come segretario del’ambasciata. Ha vissuto a lungo anche in Spagna dove ha frequentato il collegio, dal quale tornava nei mesi estivi in Guinea, a trovare la famiglia che nel frattempo si era ritrasferita. Come Ana Maria anche i fratelli hanno studiato all’estero, tre dei quali in Russia. Un fratello ha seguito le orme paterne ed e’ diventato ambasciatore in Nigeria. Questi continui spostamenti, ammette Mengue Ana Maria, sono stati faticosi “soprattutto nei primi anni. Ricordo di aver passato un anno a piangere soffrendo molto. Poi me ne sono fatta una ragione. D’altra parte se un padre aveva la possibilita’ di far studiare all’estero i figli era un’occasione da non perdere. Non era una fortuna che capitava a tutti….”
Da 21 anni Mengue Ana Maria e’ sposata con Amancio, ingegnere civile, anche lui della Guinea Equatoriale, conosciuto in Spagna dove si era recato in vacanza. Hanno avuto 3 figli: uno che attualmente gioca a basket professionale, uno che studia al liceo, uno alla elementari.
Per anni Mengue Ana Maria e’ stata attivamente occupata nel sociale. Nel 2009 ha costituito una OMG per occuparsi di donne e bambini in difficolta’. Fra le iniziative che ha coordinato anche un progetto sostenuto e finanziato dall’Unicef mirato alla sensibilizzazione contro l’AIDS, una piaga nel suo paese, dove la disinvoltura dei costumi e la disinformazione hanno fatto molte vittime. E’ instancabile Ana Maria e attualmente sta lavorando a molti progetti fra cui la prevenzione delle gravidanze precoci, una struttura di accoglienza per mamme e bambini, l’apertura di un nido che consenta alla madri di lavorare serenamente senza essere costrette ad affidare i bambini ai figli di poco piu’ grandi.
Nel tempo libero Mengue Ana Maria guarda la Tv, naviga molto su internet, si informa sull’AIDS, ascolta musica africana prevalentemente coupe’, zouk, makossa. Le piace molto anche cucinare i piatti tradizionali fra i quali una buonissima salsa di arachidi per accompagnare la carne e il pesce, le lumacone con verdura e pomodoro, e la “bambucha” un tubero che viene cucinato con l’olio di palma.


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